RECENSIONE: Circe di Madeline Miller
TITOLO: Circe
AUTRICE: Madeline Miller
EDITORE: Bloomsbury
LINK AMAZON
Precedente libro dell'autrice di cui potete trovare la recensione sul blog: La Canzone di Achille
TRAMA
Nella casa di Helios, dio del sole e il più temuto dei Titani, una figlia è nata. Ma Circe è una bambina insolita - non potente, come suo padre, non spietatamente seducente come la madre. Si rivolge al mondo dei mortali per cercare compagnia, e scopre che dopotutto un potere ce l'ha: il potere della stregoneria, che può trasformare i rivali in mostri e minacciare gli stessi dei.
Sentendosi minacciato, Zeus esilia Circe in un'isola deserta, dove nel frattempo lei esercita il suo potere, doma bestie selvagge e incontra molti dei più famosi personaggi mitologici, tra cui il Minotauro, Dedalo e il figlio Icaro, l'assassina Medea e, ovviamente, l'astuto Ulisse.
RECENSIONE
Dopo aver letto il secondo libro di Madeline Miller, posso dire con certezza che potrebbe pubblicare la sua lista della spesa e leggerei persino quella molto volentieri. Avevo già detto che "La canzone di Achille" era uno dei libri più belli che avessi mai letto, e sono felice di poter dire lo stesso anche di "Circe". Sinceramente non so nemmeno quale dei due preferire, sono tutti e due bellissimi, scritti benissimo, con dietro un accurata documentazione, ma sono due storie tra loro completamente diverse. Con protagonisti completamente differenti.
Avevo un'idea di questo personaggio mitologico completamente diversa da quella che ho ora. Sapevo semplicemente che era una maga in cui Ulisse si era imbattuto durante il suo viaggio di ritorno ad Itaca, e pensavo anche che fosse un personaggio crudele visto che aveva trasformato i compagni di Ulisse in maiali. Adesso ho un'immagine di lei completamente opposta: una donna forte, indipendente, che non si sente affatto amata ma cerca sempre del buono nelle persone, a cui lei ci si affeziona facilmente e a volte si fida fin troppo. La sua storia mi ha fatto piangere, e mi ha riempito allo stesso tempo il cuore. Ogni pagina mi ha spezzato il cuore; è stato intenso e travolgente.
Provo un enorme rispetto per questo personaggio e, con Circe, Madeline Miller ha voluto offire una bellissima rappresentazione della femminilità. Un personaggio pieno di debolezze, anche se molto astuto, e questo perché Circe è buona; è buona così come mai l'avevo pensata. Mi si è spezzato il cuore vedere il modo ingiusto, crudele e senza affetto con cui è stata trattata da quelli che sarebbero dovuti essere la sua famiglia; il modo in cui l'hanno sempre giudicata e vista come insignificante. Fa male vedere come le persone a cui lei voleva più bene alla fine se ne infischiavano di lei. Circe è un personaggio che ha tanto amore da offrire e da dare, ma molto spesso questo amore non è mai ricambiato. Mentre lei era così gentile, la gente non ha fatto altro che abbatterla, e lei nonostante tutto non se ne è mai lamentata.
Il suo rapporto con Ulisse è ciò che mi ha stupido di più e mi ha davvero sorpreso e, in particolare, tutto quello che successe dopo la sua partenza dall'isola. Se vi aspettate di vedere il personaggio crudele dell'Odissea, vi sbagliate di grosso. Questo libro offre un grande approfondimento su tutta la sua storia e sul perché ha commesso quelle che da un'occhio esterno possono essere considerate azioni anche crudeli. Il rapporto tra lei e Ulisse è davvero bello e fondato su rispetto reciproco.
Non sapevo nulla del figlio di Circe, e di tutto quello che poi successe dopo la morte di Odisseo. "Circe" si è rivelata una sorpresa inaspettata. Forse la ragione per cui l'ho amato così tanto, anche una nicchia in più rispetto al precedente, è che mentre avevo moltissima familiarità con la storia di Achille e Patroclo e sapevo già cosa aspettarmi, qui sono rimasta davvero con il fiato sospeso. Non sapevo cosa sarebbe accaduto dopo, e quanto gratificante e dolce la sua storia sarebbe potuta essere. Vorrei potervi dire di più, ma non voglio rovinarvi la lettura di questo romanzo, quindi lascio a voi il compito di scoprire la sua storia.
La scrittura della Miller è come sempre impeccabile. Ha impiegato diciassette anni per scrivere questo libro dopo il suo romanzo d'esordio, e il suo è uno stile bellissimo, poetico e travolgente; è lirico e dolce.
Il libro copre un'arco di tempo vastissimo, incalcolabile. Circe è immortale, quindi passano moltissimi anni prima del suo famoso esilio nell'isola di Aiaia. Da qui scopriamo il suo viaggio attraverso la solitudine, e in quest'isola scoprirà finalmente ciò di cui lei è capace e imparerà a scoprire se stessa attraverso l'amore, la violenza, la maternità e molto di più.
AUTRICE: Madeline Miller
EDITORE: Bloomsbury
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Precedente libro dell'autrice di cui potete trovare la recensione sul blog: La Canzone di Achille
TRAMA
Nella casa di Helios, dio del sole e il più temuto dei Titani, una figlia è nata. Ma Circe è una bambina insolita - non potente, come suo padre, non spietatamente seducente come la madre. Si rivolge al mondo dei mortali per cercare compagnia, e scopre che dopotutto un potere ce l'ha: il potere della stregoneria, che può trasformare i rivali in mostri e minacciare gli stessi dei.
Sentendosi minacciato, Zeus esilia Circe in un'isola deserta, dove nel frattempo lei esercita il suo potere, doma bestie selvagge e incontra molti dei più famosi personaggi mitologici, tra cui il Minotauro, Dedalo e il figlio Icaro, l'assassina Medea e, ovviamente, l'astuto Ulisse.
RECENSIONE
Dopo aver letto il secondo libro di Madeline Miller, posso dire con certezza che potrebbe pubblicare la sua lista della spesa e leggerei persino quella molto volentieri. Avevo già detto che "La canzone di Achille" era uno dei libri più belli che avessi mai letto, e sono felice di poter dire lo stesso anche di "Circe". Sinceramente non so nemmeno quale dei due preferire, sono tutti e due bellissimi, scritti benissimo, con dietro un accurata documentazione, ma sono due storie tra loro completamente diverse. Con protagonisti completamente differenti.
“But in a solitary life, there are rare moments when another soul dips near yours, as stars once a year brush the earth. Such a constellation was he to me.” ― Madeline Miller, CircePer molti è facile dire che "La Canzone di Achille" sia un libro migliore. Qui la storia d'amore non è prominente, non ci sono cavalieri, o grandi battaglie. Capisco che il primo libro possa prendere di più. La storia d'amore è il punto focale del primo romanzo e ci sono moltissimi eventi all'interno del libro. Si legge tutto d'un fiato. Per "Circe" ci vuole più pazienza, ma io sono immensamente grata per questa storia e per questo personaggio.
Avevo un'idea di questo personaggio mitologico completamente diversa da quella che ho ora. Sapevo semplicemente che era una maga in cui Ulisse si era imbattuto durante il suo viaggio di ritorno ad Itaca, e pensavo anche che fosse un personaggio crudele visto che aveva trasformato i compagni di Ulisse in maiali. Adesso ho un'immagine di lei completamente opposta: una donna forte, indipendente, che non si sente affatto amata ma cerca sempre del buono nelle persone, a cui lei ci si affeziona facilmente e a volte si fida fin troppo. La sua storia mi ha fatto piangere, e mi ha riempito allo stesso tempo il cuore. Ogni pagina mi ha spezzato il cuore; è stato intenso e travolgente.
Provo un enorme rispetto per questo personaggio e, con Circe, Madeline Miller ha voluto offire una bellissima rappresentazione della femminilità. Un personaggio pieno di debolezze, anche se molto astuto, e questo perché Circe è buona; è buona così come mai l'avevo pensata. Mi si è spezzato il cuore vedere il modo ingiusto, crudele e senza affetto con cui è stata trattata da quelli che sarebbero dovuti essere la sua famiglia; il modo in cui l'hanno sempre giudicata e vista come insignificante. Fa male vedere come le persone a cui lei voleva più bene alla fine se ne infischiavano di lei. Circe è un personaggio che ha tanto amore da offrire e da dare, ma molto spesso questo amore non è mai ricambiato. Mentre lei era così gentile, la gente non ha fatto altro che abbatterla, e lei nonostante tutto non se ne è mai lamentata.
“It is a common saying that women are delicate creatures, flowers, eggs, anything that may be crushed in a moment's carelessness. If I had ever believed it, I no longer did.” ― Madeline Miller, Circe
Il suo rapporto con Ulisse è ciò che mi ha stupido di più e mi ha davvero sorpreso e, in particolare, tutto quello che successe dopo la sua partenza dall'isola. Se vi aspettate di vedere il personaggio crudele dell'Odissea, vi sbagliate di grosso. Questo libro offre un grande approfondimento su tutta la sua storia e sul perché ha commesso quelle che da un'occhio esterno possono essere considerate azioni anche crudeli. Il rapporto tra lei e Ulisse è davvero bello e fondato su rispetto reciproco.
Non sapevo nulla del figlio di Circe, e di tutto quello che poi successe dopo la morte di Odisseo. "Circe" si è rivelata una sorpresa inaspettata. Forse la ragione per cui l'ho amato così tanto, anche una nicchia in più rispetto al precedente, è che mentre avevo moltissima familiarità con la storia di Achille e Patroclo e sapevo già cosa aspettarmi, qui sono rimasta davvero con il fiato sospeso. Non sapevo cosa sarebbe accaduto dopo, e quanto gratificante e dolce la sua storia sarebbe potuta essere. Vorrei potervi dire di più, ma non voglio rovinarvi la lettura di questo romanzo, quindi lascio a voi il compito di scoprire la sua storia.
La scrittura della Miller è come sempre impeccabile. Ha impiegato diciassette anni per scrivere questo libro dopo il suo romanzo d'esordio, e il suo è uno stile bellissimo, poetico e travolgente; è lirico e dolce.
Il libro copre un'arco di tempo vastissimo, incalcolabile. Circe è immortale, quindi passano moltissimi anni prima del suo famoso esilio nell'isola di Aiaia. Da qui scopriamo il suo viaggio attraverso la solitudine, e in quest'isola scoprirà finalmente ciò di cui lei è capace e imparerà a scoprire se stessa attraverso l'amore, la violenza, la maternità e molto di più.
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