Recensione: "Il Cardellino" di Donna Tartt
TRAMA
"Un romanzo meravigliosamente scritto che si legge come un
thriller. La storia di Theo Decker, sopravvissuto, appena tredicenne,
all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo a
New York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca
famiglia di un suo compagno di scuola. A disagio nella sua nuova casa di Park
Avenue, isolato dagli amici e tormentato dalla nostalgia per la madre, l’unica
cosa che riesce a consolarlo è un piccolo quadro dal fascino singolare. E da
lì, il suo futuro diventa una rocambolesca giravolta tra salotti chic, amori e
criminalità, guidato da una pulsione autodistruttiva, impossibile da
controllare."
Vincitore del Premio Pulitzer 2014 per la letteratura.
AUTORE: DONNA TARTT
TITOLO: IL CARDELLINO
TITOLO ORIGINALE: THE GOLDFINCH
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2013
VOTO: 4.5/5
VOTO: 4.5/5
“Caring too much for objects can destroy you. Only—if
you care for a thing enough, it takes on a life of its own, doesn’t it? And
isn’t the whole point of things—beautiful things—that they connect you to some
larger beauty?”
― Donna Tartt, The Goldfinch
― Donna Tartt, The Goldfinch
La storia
inizia dalla fine. Il protagonista Theo, ormai quasi adulto, decide di scrivere
tutta la sua storia, partendo dal momento in cui la sua vita è stata
completamente stravolta: la morte della sua madre a seguito di un attentato
terroristico. Entra nel museo con sua madre e ne esce da solo, ma porta con se
un quadro, una rarità unica nel suo genere: Il Cardellino di Carel Fabritius,
uno studente di Rembrandt’s. Tutti i lavori di questo pittore sono andati
perduti e questo è l’unico che ci resta, ed ha un valore inestimabile. Qualche
minuto prima della sua morte, la madre dice a Theo “Qualsiasi cosa che
riusciamo a salvare dalla storia è un miracolo”. È un’idea che ritornerà in
tutto il romanzo, è il fulcro, e ritornerà in particolar modo nella
conclusione. Theo
ovviamente non sa che quello che sta facendo è un reato, è solo un ragazzino e
in quel momento è in uno stato di confusione mentale. Agisce in questo modo
perché è stata la richiesta di un uomo in fin di vita che, prima di esalare il
suo ultimo respiro, implora il ragazzo di salvare questa opera d’arte prima che
possa andare distrutta.
Quando però la
stampa inizierà a parlare di questo quadro e come in molti pensano che sia
stato distrutto dall'esplosione, Theo decide di restare in silenzio e non dirà
mai a nessuno di avere questo quadro. Da qui in poi diventa colpevole di reato.
Theo è molto attaccato al quadro, l’unica costante della sua vita, ma più il
tempo passa e più i suoi sensi di colpa aumentano e la sua paura di finire in
prigione. Non voglio fare spoiler, quindi cercherò di non dire nulla che possa
rovinare la lettura di questo romanzo.
Dall’attentato
in poi, verrà mostrata la vita di Theo e in particolare la maggior parte del
libro si focalizza sulla sua adolescenza travagliata, tra droghe e consumo di
alcool. Si ritroverà a vivere prima dalla famiglia di un amico di scuola, i
Barbours, ricchi e ben educati, per poi passare a vivere con suo padre a Las
Vegas, un alcolizzato e con il vizio del gioco. La sua vita è instabile, e il
quadro è l’unica cosa che gli impedisce di crollare completamente. Il quadro e
il signore conosciuto ad inizio libro, lo porteranno ad una serie d’avventure e
conoscerà delle persone che poi diventeranno le più importanti della sua vita. L’azione
si svolge a New York, per poi passare a Las Vegas dove ha inizio la vita
turbolenta del protagonista (che tra l’altro credo sia la parte più
interessante di tutto il romanzo) fino ad arrivare ad Amsterdam e Francoforte.
La parte che di
gran lunga ho preferito di più in questo romanzo è stata l’amicizia stretta a
con Boris a Las Vegas, un adolescente ucraino che conosce il primo giorno di
scuola da quando si è trasferito dal padre. Boris è il personaggio più
interessante di tutto il romanzo. Ladro, drogato, con grandi problemi familiari
e personali, è colui che condurrà Theo verso un mondo di eccessi. Nonostante
non sia un buon esempio per Theo, ho amato la loro relazione e trovo che
l’autrice sia stata molto astuta. Questa amicizia è già stata infatti anticipata
da un’altra amicizia che Theo ha stretto a New York prima della morte della
madre, con un ragazzo di nome Tom Cable, un poco di buono e un ragazzo molto
problematico. Theo non era un angelo prima che la madre morisse, aveva già dei
difetti ed era già incline ad un certo tipo di vita e di compagnia. Quello che
riesce a fare la Tartt è mostrare come i difetti del protagonista diventino
ancora più marcati a causa della perdita della madre. Nonché sia un difetto
l’amicizia tra Theo e Boris: nonostante tutto l’amore tra i due ragazzi è puro
e genuino e non ho potuto fare a meno di patteggiare per la loro amicizia,
soprattutto quando Boris tornerà nella vita di Theo quando lui è ormai adulto.
Ho amato la
scrittura della Tartt, mi ha coinvolto molto e ,nonostante l’estrema lunghezza
di questo libro, mi sono immersa completamente nella storia del protagonista e
ho trovato il libro molto scorrevole e per nulla pesante. C’è un messaggio
profondo che vuole lanciare questo libro, e sarà messo alla luce solo una volta
arrivati alla sua conclusione. Durante la lettura non sai dove vuole arrivare
la storia e cosa veramente questo quadro voglia significare, ma arrivati alla
fine avrà tutto un senso. La morale della storia si focalizza sull’importanza
di lasciare andare e andare avanti. Theo cercherà per tutta la vita di
aggrapparsi al quadro del cardellino che mantiene fresco e vivido il ricordo di
sua madre, nonostante questo quadro lo lasci in uno stato di depressione e
confusione per tutto il libro.
Ho trovato
questo libro molto realistico soprattutto per quanto riguarda l’intreccio
amoroso con Pippa, nipote dell’uomo che ha conosciuto al museo alcuni minuti
prima della sua morte e che come lui si trovava nel museo al momento dell'attentato. Hanno la stessa età, quindi anche lei era piccola al momento dell'accaduto e come lui porterà con sé gli effetti di questo trauma per tutta la vita.
Sono svariati i temi che tocca questo libro, tra cui il
tema della bellezza, dell’arte, della morte, dell’amore, ed importantissimo è
anche il tema del destino e delle coincidenze.
“A great sorrow, and one that I am only beginning to
understand: we don’t get to choose our own hearts. We can’t make ourselves want
what’s good for us or what’s good for other people. We don’t get to choose the people we
are.”
― Donna Tartt, The Goldfinch
― Donna Tartt, The Goldfinch
Inoltre uscirà
prossimamente l’adattamento di questo romanzo e sono molto curiosa di vederlo
una volta disponibile. Nel cast troviamo Nicole Kidman, Ansel Elgort e Finn
Wolfhard per citarne alcuni.
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